Made in Italy: distintivo del sistema Paese
Vuoi per la struttura geofisica, con quella particolare forma che richiama uno stivale, vuoi per la struttura geopolitica, con i piccoli, e in alcuni casi minuscoli, agglomerati urbani, custodi di biodiversità paesaggistiche, culturali, artigianali e agroalimentari, la penisola italiana è praticamente unica. Il marchio Made in Italy è riconosciuto in tutto il mondo e, soprattutto, in quegli ambiti dove si utilizza ancora un metodo di produzione esclusivamente artigianale.
Il valore del Made in Italy è da ricercarsi nella sua tradizione. Per questo motivo, il tramandare le conoscenze alle generazioni future è un elemento distintivo vincente del nostro Paese.
La rilettura delle tradizioni sotto una chiave innovativa consente, spesso, di trovare piccoli, ma importanti, spunti per prodotti o processi nuovi. Al contempo, non di rado, si riscopre qualcosa di nuovo o di buono in un prodotto o in un modo di produrre antico.
Quando si riescono a coniugare tradizione e innovazione le potenzialità sono praticamente illimitate e l’unica strada per crescere è rappresentata dall’export. Negli ultimi anni, i segnali positivi in alcuni settori dell’export italiano vanno letti con un ‘prudente ottimismo’ e molto si può e si deve ancora fare per accrescere le esportazioni.
È fondamentale far conoscere ancora di più il Made in Italy come ‘sistema Paese’ e sostenerlo con maggiori tutele e trasparenze. Fronteggiando la concorrenza sleale delle imitazioni e delle contraffazioni si rafforza la fiducia da parte dei consumatori e si preserva una produzione qualitativamente superiore.
Per essere competitivi sul mercato estero, il prodotto Made in Italy deve essere caratterizzato da una qualità estremamente elevata, garantita e certificata.
La scelta di esportare o internazionalizzare la propria impresa comporta un percorso articolato, a volte lungo e, spesso, non redditizio nel breve termine. Nulla deve essere lasciato al caso o all’improvvisazione del singolo. Altresì ogni aspetto deve essere pianificato, gestito e valutato nei minimi particolari. Non è sufficiente avere un’ottica lungimirante e squisitamente imprenditoriale, ma occorre una strategia e una struttura adeguate.
La diffusa frammentazione pone le imprese italiane a non essere a misura di globalizzazione. Ma, attenzione, questa particolarità può rappresentare, in realtà, un punto di forza e di vantaggio competitivo. Essere piccoli, infatti, permette di seguire meglio il processo qualitativo nelle produzioni e di custodire e tramandare le tradizioni e gli elementi distintivi di un determinato territorio. Richiede, altresì, una forte determinazione e la capacità di fronteggiare una elevata competizione. Tutti elementi di stimolo per una ricerca continua di innovazione di prodotto, di processo e di sistema.
Per rispondere alle attuali sfide di mercato, in un’ottica di valorizzazione del ‘sistema Paese’, occorrono azioni coordinate tra i diversi stakeholder, inclusi quelli istituzionali, e collaborazioni forti e strategiche tra settori e territori.
Per concludere, si segnala un fenomeno in controtendenza per cui, per effetto del “made in”, alcune imprese riportano in patria la parte produttiva del proprio business. Di cosa si tratta? Del reshoring, cioè quel fenomeno che vede un cambio di direzione nelle scelte del mondo imprenditoriale, con il ritorno in patria di aziende che per anni avevano delocalizzato la propria produzione all’estero (offshoring).
Il motivo è che l’intero processo “made in” rende il prodotto più appetibile e percepito come migliore rispetto a quello proveniente da una produzione delocalizzata, la quale, spesso, presenta una qualità inferiore.
In Italia i casi di reshoring sono in crescita, superiori che negli altri Paesi. Le aziende italiane non potevano rimanere indifferenti di fronte alla domanda del mercato internazionale, sensibile alle produzioni realizzate per il 100% in Italia. Molte di loro stanno accettando, quindi, la sfida di ri-localizzare l’attività imprenditoriale in patria, affrontando non poche difficoltà in termini burocratici, economici, infrastrutturali ed organizzativi.